Torino, 31 MAR – Si respira ancora mal’aria nelle città italiane. Grandi e piccoli centri soffocati da smog e assediati dal rumore. Primo imputato resta il traffico e la mai sanata schiavitù dell’automobile, che resta il mezzo con il quale la maggior parte dei cittadini continua a spostarsi anche a causa dell’assenza di serie politiche di mobilità urbana da parte di Comuni e Regioni.
Anche le centraline delle Arpa riportano l’allarme mal’aria: a tre mesi dall’inizio del 2014 sono già quattro i capoluoghi off-limits per aver superato il bonus di 35 giorni di superamento di Pm10 concesso dalla legge in un anno. A guidare la classifica delle città italiane più inquinate troviamo oggi Frosinone (57 superamenti), Torino (46) Alessandria (45) e Benevento (42). Riappare anche il fantasma del benzene, con valori elevati in diverse città come Palermo e Torino. Lo smog non è il solo pericolo: la vertenza inquinamento acustico coinvolge in pratica tutte le città monitorate.
È questo il bilancio della ventiseiesima edizione del Treno Verde 2014, la campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane dedicata al rilevamento dell’inquinamento atmosferico e acustico e pensata per informare, sensibilizzare e promuovere tra i cittadini le buone pratiche per una mobilità sostenibile e per l’abbattimento delle polveri inquinanti.
Dal 13 febbraio al 27 marzo il convoglio ambientalista ha monitorato 10 città: Palermo, Cosenza, Potenza, Caserta, Roma, Pescara, Ancona, Verona, Varese, chiudendo oggi il suo viaggio a Torino. Proprio per fronteggiare l’emergenza smog nella città italiane Legambiente lancia oggi un vademecum contro lo smog disponibile sul sito www.legambiente.it.
Compagno di viaggio del Treno Verde anche quest’anno è stato il Laboratorio mobile Qualità dell’Aria di Italcertifer, che in ogni città ha rilevato i dati relativi all’inquinamento acustico e alla qualità dell’aria, monitorando in questa edizione anche il PM 2,5 con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione anche sulla frazione di polveri più dannose per la salute e di pretendere che a livello europeo e nazionale siano adottati valori limite più stringenti e maggiormente idonei a tutelare la salute dei cittadini, fissando valori giornalieri oltre il valore obiettivo annuo attualmente vigente.