Il ministro Graziano Delrio questa volta sembra aver ottenuto ciò che voleva. Il Consiglio dei Ministri, nel Documento di Programmazione Finanziaria approvato nella sua ultima riunione ha approvato una corpèosa manovra che da una parte stabilizza il fondo destinato al finanziamento del trasporto locale e dall’altra conferma le anticipazioni su importanti investimenti per il rinnovo del materiale rotabile ferroviario e di quello su gomma.

Ancora lunedì scorso il ministro, parlando a Brescia per concludere un appuntamento convocato da Federmobilità per discutere di gare ed affidamenti nel TPL, aveva fatto una battuta che in fondo rispondeva ad una consolidata prassi: “adesso fatemi tornare a Roma, perché quando sono fuori la Ragioneria del MEF mi taglia sempre qualcosa”.

E’ opinione comune in tutti i segmenti industriali dei trasporti che questo è un momento particolarmente importante perché per la prima volta dopo anni di tagli e disinteresse vediamo avanzare  politiche di sviluppo, finanziamenti ben orientati, attenzione all’innovazione tecnologica.

Nel mix di manovre, che prevedono tra l’altro un robusto rinnovamento del parco autobus per il Tpl,  finanziamenti per RFI, per le reti ferroviarie regionali ma anche per Anas. Altro capitolo importante, quello sulle norme per il contrasto all’evasione tariffaria che consentiranno alle Regioni, e quindi alle aziende, di mettere in campo nuovi strumenti ed investimenti tecnologici. Fiducia ma attenzione a ciò che non sta andando per il verso giusto: sempre a Brescia, dove si sono confrontati dirigenti delle Agenzie di mobilità, il presidente di Asstra Massimo Roncucci ha rinnovato l’allarme che risuona ormai da mesi riguardo alle gare regionali per l’affidamento dei servizi. “Ci vorrebbe maggiore omogeneità perché ci sono regioni che hanno bandito la gara per un lotto unico (ed enorme) altre che stanno facendo l’opposto, altre ancora che non fanno nulla. E’ necessario monitorare ciò che succede, vedere come vanno gli affidamenti”.

Vedremo meglio nei prossimi giorni i contenuti del DEF e del suo collegato relativo ai servizi pubblici locali, ma di un altro decreto, questo licenziato qualche tempo fa dal Ministero dei Trasporti si è parlato approfonditamente la scorsa settimana a Napoli in una iniziativa convocata da Club Italia e dal Consorzio Unico Campania, provvedimento che inciderà fortemente sull’organizzazione delle imprese di trasporto e sui sistemi di bigliettazione stimolando l’interoperabilità e l’obbligo di dialogo tra diversi sistemi.

“Se guardiamo alla situazione generale del trasporto debbo dire che si è camminato molto, commentava Roncucci, ma non siamo ancora a livello degli altri paesi europei, anche se siamo di fronte a molte novità. Abbiamo ora gli strumenti per migliorare il servizio, intervenendo su alcune criticità del nostro paese, a partire dalla difficoltà nei ricavi della bigliettazione”.

Rimane il fatto che tutti, a partire dall’amministratore delegato delle FS Renato Mazzoncini, ritengono che il problema principe sia quello di riuscire ad intercettare più persone e portarle sull’autobus e sui trasporto collettivo in generale.

Facilitare l’acquisto dei biglietti può aiutare, ma  poi bisogna lavorare sull’integrazione modale, sull’intermodalità, su mezzi di trasporto più accoglienti e moderni, sulle corsie preferenziali nelle grandi aree urbane, su nuove tramvie, sull’estensione ed il prolungamento delle reti metropolitane perché, lo ha detto a Napoli il governatore della regione Campania De Luca: “la mobilità, assieme alla sanità ed alla scuola sono i tre grandi servizi di civiltà a cui leghiamo la modernizzazione della Campania ma anche dell’intero Paese perché se non saremo in grado di fare questo saremo pronti per il declino: niente drammi ma comunque declino”.