“Il 1° giugno l’inaugurazione del Gottardo sarà una festa di popolo e sarà proprio una rappresentanza popolare a compiere il primo viaggio nel nuovo tunnel”. L’ambasciatore della Svizzera in Italia è giustamente orgoglioso di sottolineare anche le modalità della celebrazione di uno degli eventi più importanti nella storia dei trasporti in Europa, che vedrà l’intervento di capi di Stato e leader di tutto il mondo, ma sarà anche e soprattutto una festa dei veri protagonisti dell’avventura di Alptransit, cioè quel 67 per cento e oltre di elettori che hanno votato nel referendum a favore del progetto e hanno anche accettato una maggiorazione delle tasse per consentire la realizzazione dell’opera. Il 1° giugno, dunque, il primo treno ad attraversare i 57 chilometri del tunnel non sarà quello dei capi di Stato e di governo, ma un convoglio dove saliranno i “mille contribuenti” sorteggiati al termine di un concorso che ha visto la partecipazione di oltre 160 mila cittadini: una forma di “ringraziamento” dal valore chiaramente simbolico, ma per una volta bisogna dire che l’utilizzo dei simboli assume davvero un significato che va oltre il privilegio concesso a quegli oltre mille fortunati, che diventano per un giorno davvero i rappresentanti di un popolo e di una nazione. Un popolo e una nazione che non si sono limitati ad approvare il progetto di una delle opere più impegnative, ma anche più costose (in totale, il progetto Alptransit vale 23 miliardi di franchi svizzeri), del continente europeo. La Svizzera, infatti, ha inserito anche in costituzione il principio che va perseguito l’obiettivo di realizzare l’intermodalità e, dunque, trasferire quasi tutto il traffico merci dalla strada alla rotaia: il tutto pagato con le tasse dei cittadini e approvato solennemente con un referendum che ha vincolato i governi di ogni colore e di ieri e di domani. Un esempio per tutti, anche per quanti – nel nostro Paese – invocano una presunta “sacralità” della Carta Costituzionale senza tener presente che essa è uno strumento per realizzare gli interessi generali di un popolo (su cui – ovviamente – si può discutere, ma che certo non sono intangibili nei secoli). La Svizzera è per molti versi un paese particolare, ma questo 1° giugno è giusto che la festa per il Gottardo diventi una festa per tutta l’Europa e anche una lezione di democrazia e di civiltà.