Milano, 25 NOV – Se la sharing mobility in Italia continua a crescere e ad evolversi il merito è anche della tecnologia e degli aggregatori come URBI, l’app che riunisce i principali sistemi di mobilità urbana e condivisa – car, bike, scooter sharing, taxi, Uber e trasporto pubblico – con l’obiettivo di semplificare all’utente la fruizione dei servizi di urban mobility.

Ad oggi, in Italia, tra i servizi di aggregazione multimodale URBI è l’app più utilizzata.Disponibile per iOS e Android, al 2015 l’applicazione conta circa 70.000 download  con un’utenza attiva pari all’80%, ovvero 55.000 persone circa prenotano il loro servizio di Sharing mobility attraverso questa modalità. E’ quanto emerge dal Primo Rapporto Nazionale sulla sharing mobility, presentato a Roma in occasione della prima Conferenza Nazionale della Sharing Mobility organizzata, in collaborazione con il Comune di Roma, dall’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility, nato da un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e composto da più di 50 membri fra cui tutti gli operatori di sharing.

Attiva dal febbraio 2014 come Bat Sharing, URBI aggrega diverse tipologie di servizi di Sharing mobility (Carsharing, Bikesharing e Ridesharing), 15 diversi operatori e copre città in tutta Europa. Il servizio è infatti  ad oggi presente in Italia in 12 città (tra cui Milano, Roma, Torino, Firenze), sette città tedesche, nonché a Copenhagen, Amsterdam, Stoccolma, Madrid e Vienna.

URBI mostra le vetture condivise più vicine ed è in grado di consigliare all’utente il servizio migliore per il percorso da compiere, indicando costi, tempi di percorrenza, anche in considerazione del traffico sul tragitto selezionato. In più, l’App evidenzia le promozioni a disposizione per avere minuti di guida gratuiti. Inoltre, ai servizi di sharing mobility, URBI integra anche il trasporto pubblico, segnalando tra le soluzioni per spostarsi in città i mezzi pubblici.

URBI è stata la prima app in Italia ad aggregare i vari servizi di mobilità condivisa, con lo scopo di rendere più semplice l’utilizzo della sharing mobility in città e permettere a chiunque, e in qualunque occasione, di rinunciare alla macchina privata”, spiega Emiliano Saurin, founder di URBI. “L’esperienza dell’Osservatorio ha messo in evidenza l’importanza di lavorare su un fronte comune e di sviluppare una Roadmap condivisa che punti alla promozione della sharing mobility. L’auspicio – conclude Saurin – è che nel futuro cresca sempre di più l’interazione tra i vari servizi a favore degli utenti”.

Il Primo Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility è consultabile e scaricabile a questo link