Roma, 11 APR – Sono oggi 11.613 i dipendenti di Atac, impegnati sui diversi fronti. Di questi 1.627 sono amministrativi, ed è su questo macro profilo che, a seguito di analisi di benchmarking condotte dall’azienda, si sono evidenziati gli esuberi: 312 si riferiscono ad Atac, a cui si aggiungono 8 esuberi in Atac Patrimonio e 3 in OGR Officine Grandi Revisioni.
Si tratta di circa il 20% dell’area degli amministrativi.

Atac è chiaramente disponibile ed interessata ad avviare uno specifico confronto sindacale, sede in cui potranno essere valutati tutti i possibili percorsi anche ed auspicabilmente alternativi a soluzioni traumatiche, purché nell’ambito di una sostenibilità e compatibilità economica complessiva dell’Azienda. La procedura in questione, finalizzata appunto alla gestione delle eccedenze di personale, permette infatti anche di valutare l’accesso a forme di flessibilità dei rapporti di lavoro altrimenti precluse.
Tale iniziativa aziendale si raccorda tuttavia con una complessità di quadro particolarmente accentuata per la difficoltà di accesso agli ammortizzatori sociali, in quanto sia la cassa integrazione in deroga quanto i contratti di solidarietà, risultano al momento non pienamente esigibili per l’inadeguatezza di risorse pubbliche disponibili. In tale contesto, è necessario affrontare in termini strutturali e non episodici l’individuazione di strumenti di gestione capaci di accompagnare i processi di riorganizzazione delle aziende del settore.

Atac confida nella propensione cooperativa e propositiva di tutte le sigle sindacali – approccio che con continuità l’azienda promuove già dal secondo semestre 2013 – per addivenire alla definizione di un quadro risolutivo finale in grado di perseguire l’economicità dell’azienda ed il rafforzamento della capacità produttiva, in particolare in quelle aree operative, quale ad esempio la controlleria e il presidio delle stazioni metro, ancora da potenziare compiutamente, rimettendo effettivamente ed efficacemente ATAC al centro degli interessi di tutti gli stakeholder, a vantaggio della sostenibilità aziendale e del suo futuro di risorsa strategica per la città. Il tutto, in un’ottica di necessario riequilibrio economico complessivo dell’Azienda.

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