Rimini, 4 MAR – 2,5 milioni di euro di nuovi investimenti (di cui 1 milione e 200 mila per le nuove lavorazioni di automotrici e carrozze e 750 mila per il reparto carrelli), adeguamenti infrastrutturali e nuova tecnologia, capitale umano.
Queste le parole scelte da Marco Caposciutti, Responsabile della Direzione Tecnica di Trenitalia, per sintetizzare il futuro dell’Officina Locomotive di Rimini, che da sempre ha abbinato tradizione, capacità di rinnovamento e forte motivazione del personale per affermarsi come centro di eccellenza, unico in Italia nel campo della manutenzione ciclica prima delle locomotive a vapore e oggi dei mezzi di trazione diesel.
L’occasione è stata offerta dal convegno organizzato per la 7° Giornata Nazionale della Ferrovie Dimenticate, che la Provincia di Rimini ha scelto di celebrare all’interno di questo luogo, dove hanno lavorato migliaia di riminesi e che ancora oggi rappresenta un simbolo dell’identità della città. La sua storia è ora racchiusa nel libro L’officina locomotive di Rimini – Un’isola nella città, scritto da Alessandro De Cecco, che nelle officine ha lavorato e nel cui libro convivono la ricerca storica e la memoria diretta.
Nata nel 1912, l’officina sopravvisse alla seconda guerra mondiale grazie alla tenacia dei ferrovieri che la ricostruirono dopo i danni devastanti provocati dai bombardamenti. Diventata punto di riferimento per la riparazione dei locomotori diesel, conta oggi circa 250 lavoratori.
La progressiva elettrificazione delle linee ferroviarie e la conseguente riduzione del carico di lavoro “tradizionale” sta portando una graduale diversificazione delle attività, che nel prossimo futuro includeranno anche le automotrici diesel, le carrozze, nonché interventi sui soli motori e carrelli.
L’esperienza delle squadre tecniche è inoltre sempre più spesso messa a disposizione delle officine di Trenitalia che si occupano della manutenzione corrente, mentre continua l’impegno per la conquista di nuove quote di mercato, sia all’interno del Gruppo FS (macchine di manovra di RFI) sia all’esterno (ex ferrovie concesse).