Legambiente: soppressione treni linea Cremona-Piacenza è grave e inaccettabile

Piacenza, 18 DIC – Con il federalismo ferroviario, cioè da quando sono le regioni che direttamente comprano i servizi ferroviari da Trenitalia e non il Ministero dei Trasporti, i collegamenti tra le regioni sono diventati un calvario per i pendolari. Ai quotidiani disagi giornalieri dei pendolari, ne vanno aggiunti di nuovi, come la sostituzione dei treni con gli autobus.

E’ il caso della grave ed inaccettabile soppressione della Cremona- Piacenza o la soppressione dei treni interregionali (Piacenza-Torino), che ora costringono i pendolari allo scomodo trasbordo di treno, a Voghera(PV), per passare da una regione all’altra. Era già capitato qualche anno fa che gli interregionali Milano -Bologna fossero spezzati a Parma. L’ultimo treno delle 22, da Parma a Brescia, è stato soppresso senza sostituzione di Autobus e i pendolari della Milano –Venezia, con il nuovo orario, si son visti sopprimere gli ultimi 8 treni interregionali, dovendo così trasbordare a Verona, senza concidenza, o costretti a servirsi della freccia Rossa, con tariffe quasi triple. Il risultato della decisione della regione Emilia è che gli aumenti dei tempi di viaggio Cremona -Piacenza sono raddoppiati con l’uso dell’autobus sulla trafficata strada che collega le due cittadine sul Po.

E’ paradossale che venga chiusa al traffico passeggeri la storica linea ferroviaria con il ponte sul fiume ristrutturato da pochi anni e nessun passaggio a livello sui 31 km di linea ,che ne rende meno costosa la gestione e meno critica la marcia dei treni. Forse si vuole cosi giustificare l’inutile terzo ponte sul fiume po che la Centropadane vuole costruire. La regione Emilia Romagna è impegnata nella costituzione della grande società unica dei trasporti, modello già sperimentato negativamente in Lombardia con Trenord che, con la fusione tra FS e FNM, ha visto i costi di gestione e i contributi pubblici schizzare in alto,senza veder diminuiti i disagi, soppressioni e ritardi. Questa scelta evidenzia un conflitto d’interessi inaccettabile: la regione fa il bando di gara e vi partecipa con la sua società unica. Ciò non fa ben sperare per il futuro della mobilità sostenibile che, solo con regole competitive che separano la responsabilità tra programmatore (la regione ) e il gestore, può sviluppare il trasporto pubblico e non ridurlo al solito luogo dove la spesa pubblica è sempre inefficiente. A questo proposito sarebbe interessante sapere se l’appalto per la sostituzione dei treni con autobus è stato affidato tramite gara oppure no.