Il dibattito pubblico sarà presto legge: previsto dall’articolo 22 del decreto legislativo 50/2016 che ha istituito il nuovo Codice degli Appalti, sarà intodotto con un D.P.C.M (Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri) che vedrà la luce dopo i passaggi dei pareri dei ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali e delle competenti commissioni parlamentari. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha già predisposto una bozza di provvedimento, ma l’iter è ancora lungo per pensare che sia il testo definitivo: i tempi, comunque, sono dettati dalla fine naturale della legislatura e, quindi, entro marzo-aprile del prossimo anno anche in Italia sarà introdotto questo strumento che richiama l’esperienza del debat public in Francia o del public engagement in Gran Bretagna. Cosa cambia e cosa significa in concreto per la politica delle infrastrutture in Italia? La discussione preliminare dei progetti, il confronto ordinato, propositivo e fattivo con le popolazioni e i vari soggetti interessati riuscirà finalmente a mettere fine alle proteste, ai rinvii, al balletto di comitati e comitatini pronti a bloccare qualsiasi realizzazione “nel proprio giardino”? L’istituzione del dibattito pubblico è stata pensata proprio per questo scopo, e nel nostro Paese già si registrano alcune esperienze (passante di Bologna e di Genova, ma anche alcune questioni riguardanti la Torino-Lione e il Terzo Valico) in cui il confronto con i soggetti interessati ha portato non solo alla condivisione dei progetti, ma ad una revisione e un miglioramento dei progetti stessi. Finora queste esperienze si sono svolte in assenza di una legislazione che le prevedesse, istituirle per legge impone però l’emanazione di tutta una serie di norme, la definizione di tutte le procedure e via dicendo, ed è proprio su questi temi che si è svolto il convegno di SiPoTra (Società Italiana di Politica dei Trasporti), che ha finito per assumere il ruolo di un autentico tavolo di confronto tra stakeholder, esperti del settore, rappresentanti delle istituzioni parlamentari chiamati ad esprimere il parere definitivo sul provvedimento: una sorta di “terza Camera”, che si è rivelata però molto utile per approfondire le varie tematiche, evidenziare i punti critici, rivelare le possibili incongruenze o mancanze della bozza di testo del provvedimento. Il dibattito pubblico non avrà un ruolo decisionale, ma solo di verifica della concreta utilità di un progetto nella forma in cui è presentato nella sua fase iniziale. In sostanza, il dibattito pubblico serve a sollecitare la possibilità che vengano presentate proposte alternative per la realizzazione di una determinata opera o una determinata infrastruttura. Il dibattito pubblico, insomma, serve in ultima istanza a migliorare le scelte progettuali, sfruttando da una parte il patrimonio di “conoscenza informale” di chi vive nei luoghi attraversati dalle varie opere, e dall’altro il positivo contributo che può venire dal rendere del tutto espliciti e trasparenti i conflitti, reali o potenziali, legati alla realizzazione dell’opera. SiPoTra ha costituito un gruppo di lavoro, coordinato da Pierluigi Coppola, dell’Università di Tor Vergata, e da Daniela Anselmi, dello studio Anselmi e Associati, sul tema del dibattito pubblico e dato vita a un confronto che si è svolto nella sala dell’istituto di santa Maria in Aquiro del Senato. Tutte le relazioni tenute al convegno sono disponibili sul sito dell’associazione (www.sipotra.it) e sono state pubblicate su FerPress.