Roma, 17 SET – Più di 220.000 iscritti, migliaia di noleggi ogni giorno, una flotta di circa 3.000 auto, la presenza in 11 città italiane con una massiccia invasione a Milano e Roma.
Questi i numeri del successo del car sharing in Italia, l’iniziativa di auto condivisa, che nell’ultimo anno, anche grazie all’affacciarsi sul mercato di nuovi operatori privati , ha convinto gli italiani “malati d’auto” a lasciare la propria vettura in garage. E le stime per il futuro sono anche più promettenti, si prevede che entro il 2020 ci saranno dodici milioni di utenti e un giro d’affari di 6,2 miliardi di euro a livello globale. Già oggi in tutta Europa ci sono oltre 500.000 iscritti al car sharing e 13.000 vetture a disposizione. In Francia il successo di Autolib nell’area parigina ha portato a una riduzione del parco auto privato pari a 22.500 macchine, equivalenti a 164 milioni di chilometri percorsi in un anno.

Lo stato dell’arte sul car sharing in Italia ed in Europa, una delle formule di maggior successo di social innovation, è stato tracciato nel corso della “Giornata europea del car sharing”, organizzata a Roma, nell’ambito della Mobility Week, dal Ministero dell’Ambiente, da Roma Capitale e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

“Il car sharing –ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile- in questo momento rappresenta uno dei settori più promettenti e vitali della green economy. Usare il car sharing vuol dire inquinare meno, tornare a guadagnare spazio in città, da dedicare ai pedoni ed alle piste ciclabili, per garantire ai cittadini una migliore qualità della vita e far risparmiare alle famiglie italiane sui costi della proprietà dell’auto privata”.

Con oltre 100.000 utenti registrati e circa 35.000 noleggi settimanali – ha dichiarato Guido Improta, Assessore alla Mobilità e ai Trasporti di Roma Capitale – Roma, dopo pochi mesi, ha già vinto la sfida sul car-sharing che avevamo lanciato proprio lo scorso anno in occasione della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile.

Il car sharing ha fatto la sua apparizione per la prima volta in Italia nel 1998 nel pacchetto anti-smog lanciato dal ministero dell’ambiente per alleviare l’ inquinamento atmosferico che assediava le città. Il primo operatore è arrivato nel 2001 e da allora questa iniziativa di sharing economy ha cominciato lentamente a crescere fino ad arrivare al boom di quest’ ultimo anno. Secondo la letteratura ogni auto in car sharing può toglierne 13-14 dalla strada, ma studi più recenti affermano che, in presenza di sistemi di auto condivise implementati su grande scala, si possa arrivare addirittura a 32.
Questa capacità del car sharing di ridurre il numero di auto in circolazione rappresenta uno dei motivi principali per cui l’Italia dovrebbe fare il possibile per promuoverlo e farlo diffondere. Con un numero medio di 620 auto ogni 1000 abitanti, con il record europeo di Roma con 74 auto ogni 100 abitanti, con spostamenti che interessano soprattutto l’area urbana (il 70% avviene nel raggio di 10 chilometri), con tempi di percorrenza che aumentano di mattina dell’ 84% a Roma e del 73% a Milano, le città, soprattutto quelle d’arte, rischiano di morire di traffico e smog. Inoltre, il car sharing, oltre a far bene all’ambiente, aiuta a risparmiare sulle spese dell’ auto: secondo le stime, percorrendo in media 10.000 chilometri l’anno, si possono risparmiare più di 2.000 euro in minori spese di gestione.