Genova, 21 FEB – Il Bike Sharing per la città di Genova riparte con un piano tariffario che va incontro a turisti e ciclisti occasionali. Lo ha deciso ieri mattina la Giunta Comunale deliberando, su proposta dell’assessore alla Mobilità e Traffico Anna Maria Dagnino, le modalità operative per la definizione dei piani tariffari per i servizi di bike e car sharing, colmando così la lacuna del precedente listino prezzi che non teneva conto di un utilizzo al di fuori dell’abbonamento.

Genova Parcheggi, il gestore del servizio, potrà applicare un piano tariffario che prevede una quota fissa ovvero un abbonamento annuale, con tariffa massima di 50 euro annui, e una quota variabile ossia una tariffa oraria massima pari a 3 euro. Inoltre, per gli utenti occasionali saranno disponibili: abbonamento giornaliero (con orario 6-22) con tariffa massima di 6 euro; abbonamento per 3 giorni consecutivi (con l’obbligo di restituzione del mezzo entro le ore 22 di ogni giorno) con tariffa massima di 12 euro; abbonamento settimanale composto da: quota fissa, con tariffa di 12 euro e quota variabile a consumo, con tariffa massima di 3 euro orari.

Novità all’orizzonte anche per Car Sharing. Sarà più facile, per determinate categorie, come aziende, nuclei familiari, studenti o pensionati, accedere al servizio, con offerte che riguarderanno abbonamenti inferiori all’anno e spese differenti in base alla distanza dallo stallo di sosta. Non sono escluse tariffe “a consumo” nonché viaggi di “prova” per i non iscritti. Il piano tariffario sarà basato su una componente fissa, ossia un abbonamento annuale dal costo di 200 euro annui, e una variabile basata sul tempo di utilizzo, a 5 euro orari o sulle percorrenze, dal costo di 1.50 euro a chilometro.

Nella seduta, la Giunta ha anche approvato la delibera sulle linee guida relative all’apertura e riutilizzo del patrimonio informativo comunale “Progetto open data”, proposta dall’assessore allo Sviluppo Economico Francesco Oddone e dall’assessore all’Informatica, Isabella Lanzone. Si tratta di dare corso ai principi di trasparenza, partecipazione e collaborazione che rispondono al dettato del “Open Government”, il modello europeo che sviluppa strumenti e tecnologie che consentono alle amministrazioni di essere “aperte” nei confronti dei cittadini. In questo caso si tratta di tracciare le linee guida per rendere disponibile e riutilizzabile a cittadini e imprese, per mezzo del “Progetto Open Data”, il patrimonio informativo della Pubblica Amministrazione.

La normativa, ha sottolineato l’assessore all’informatica Isabella Lanzone, impone che le banche dati in possesso della Pubblica Amministrazione possano essere fruite all’esterno. Il fatto di renderle “open” significa renderle più accessibili e trasparenti rispetto alla loro fruizione odierna, ma anche dal punto di vista della veste informatica, in forme aperte con piattaforme libere come Linux. I dati delle Pubbliche Amministrazioni non rappresenteranno più un terreno esclusivo del “pubblico” ma diventeranno un patrimonio della collettività e non delle singole istituzioni, che dovranno agire per facilitarne il reperimento anche attraverso l’uso di software gratuiti, ha concluso l’assessore.

La Commissione Europea ha invitato i Paesi membri a favorire il più possibile la diffusione degli Open Data. Conseguentemente, a luglio 2011, il ministero ha approvato le “Linee guida dei siti web P.A. 2011” e il relativo “Vademecum Open Data 2011”. Questi documenti sono stati integralmente recepiti dalla nostra amministrazione diventando uno degli obiettivi strategici del sindaco, inseriti in tutti i documenti programmatici dell’ente per il prossimo triennio 2014-2016. La particolarità dell’atto approvato oggi in giunta, è che non si limita all’adesione al progetto Open data nazionale, europeo e globale, ma prevede anche elementi strutturali quali la creazione di un “Osservatorio” permanente per la gestione degli Open Data, che coinvolgerà le comunità in un modello sempre più partecipato.

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