Genova, 29 SET – Entrata in servizio nel 1897, oggi festeggia 120 anni. E’ uno dei simboli dell’operosità genovese. L’idea originale la si deve a Franz Josef Bucher, un albergatore svizzero, che propose al Comune di Genova di costruire una funicolare, per portare i genovesi e i turisti a vedere il panorama della città dal Righi, che a quei tempi si chiamava ancora Castellaccio.

Lo stesso Bucher decise di chiamare la località Rigi (Rigi in tedesco si pronuncia Righi) in ricordo del monte svizzero che sovrasta il Lago dei Quattro Cantoni. Per celebrare questo importante anniversario, il Comune di Genova, ha organizzato un evento nel corso del quale Amt e la svizzera RigiBahnen hanno stretto un gemellaggio nel segno di due sistemi di risalita storici, le cremagliere svizzere Vitznau-Rigi del 1871 e Arth-Rigi del 1875 e la funicolare Zecca-Righi del 1897, unite idealmente dall’intuizione turistica e trasportistica di Franz Josef Bucher.La storia della funicolare, ricca di vicende curiose e accorgimenti tecnici originali, soprattutto nei primi anni di attività, è stata ricordata in due momenti: nel corso di un convegno nel Salone Rappresentanza di Palazzo Tursi e lo scoprimento di una targa commemorativa alla stazione del Righi per ricordare il gemellaggio.

Sono intervenuti il Vice Sindaco Stefano Balleari, il Console Generale di Svizzera Felix Baumann, il Console Onorario Svizzero a Genova René Rais, i direttori generali delle due aziende Amt Genova e Rigi Bahnen, rispettivamente Stefano Pesci e Stefan Otz.

“Un’idea di 120 anni fa – ha detto il vicesindaco assessore ai traporto Stefano Balleari – che si proietta nel futuro. Questa è la funicolare Zecca-Righi. Nata da una visione di un albergatore svizzero innamorato della nostra città, che abbiamo saputo accogliere e ascoltare. Un impianto dal cuore antico ma moderno nella sostanza, con 500.000 passeggeri trasportati ogni anno e moltissimi turisti affascinati dallo sky line della città che si ammira da questa altura. L’impianto risponde a tutti requisiti di un trasporto pubblico al passo coi tempi, silenzioso e senza emissioni, che continuerà a essere protagonista anche nel nuovo piano della mobilità sostenibile”.