Roma, 27 MAG – Il furto di rame è da sempre una fonte di facile guadagno. Il rame, dopo l’argento, è il miglior conduttore elettrico, è resistente alla corrosione ed è interamente riciclabile. Per questi motivi è ampiamente usato sull’intera infrastruttura ferroviaria: negli impianti tecnologici, nei sistemi di segnalamento e alimentazione elettrica dei treni e negli impianti di telecomunicazione.
Non solo danni economici ma considerevoli ritardi nella circolazione ferroviaria, interruzione di servizio pubblico, ripercussioni economiche e sociali e implicazioni all’ordine e sicurezza pubbliche.
“Queste azioni, producono poca attenzione mediatica perché non ci toccano direttamente ma mettono sotto stress un sistema che è costantemente costretto a intervenire per le riparazioni e le manutenzioni straordinarie”. È quanto afferma Franco Fiumara Direttore Centrale Protezione Aziendale del Gruppo FS Italiane.
I numeri
Nei primi quattro mesi di quest’anno i treni coinvolti sono stati 1.619 per 33.234 minuti di ritardo, ossia 23 giorni.
Si tratta di grandi numeri che bisogna tradurre in un incremento dei ritardi con conseguente insoddisfazione da parte dei viaggiatori.
Negli ultimi due anni, tra i depositi e la linea ferroviaria, sono stati trafugati 1.453.940 kg di materiale in rame per un danno diretto e manutentivo di € 16.511.871,00.
“Nessuno si sente veramente vittima”, dice ancora Fiumara perché “se un treno si ferma è colpa delle Ferrovie, se una parte della città rimane senza luce si dà colpa all’Enel e mai nessuno si rende davvero conto del grave danno alla società che il fenomeno si porta dietro”.
Secondo Fiumara è una forma di guadagno illecita che “però non viene perseguita con grande attenzione. Si va a caccia di chi ruba e basta”.
Osservatorio Nazionale furti di rame
Da Febbraio 2012 è attivo un Consorzio per trattare il rame usato, ulteriore strumento per tracciare “l’oro rosso” nelle varie fasi produttive, e favorire il controllo sui rottamatori da parte delle Forze dell’Ordine e dell’Agenzia delle Dogane.
La sua creazione è stata promossa dall’Osservatorio Nazionale contro i furti di rame, che dalla sua istituzione nel 2012 ha il compito di elaborare strategie coordinate per la prevenzione e il contrasto dei furti di materiale in rame. L’Osservatorio, di cui fanno parte, oltre alle Forze dell’Ordine, anche aziende come FS Italiane, Enel e Telecom Italia, è anche promotore della Legge 119/2013, che introduce pene più severe nei confronti di chi compie furti a danno di Enti e Società che erogano servizi pubblici.
Grazie all’esperienza maturata dalla Polfer sono stati recuperati dal 2012 191.703 kg di materiale trafugato, 802 persone indagate di cui 171 arrestate.