“Forum di Pietrarsa….un anno dopo”. Il titolo già richiama la continuità di un appuntamento che vuole diventare tradizionale, considerato anche il successo e l’importanza dell’edizione precedente. Assoferr e Confetra organizzano questa nuova sessione del Forum – in uno degli scenari più suggestivi del mondo ferroviario – con l’obiettivo di verificare quanto è stato ulteriormente realizzato quest’anno e, soprattutto, quali sono le aspettative e gli obiettivi per il prossimo futuro.

L’edizione 2016 fotografò la rinnovata vitalità di un settore, il trasporto ferroviario merci, che – dopo lunghi anni di declino – ha ripreso a crescere, sull’onda di una ripresa economica (in realtà, abbastanza timida) dell’intero Paese, ma anche sulla base di politiche finalmente coerenti per favorire il rilancio del settore, a partire da una pianificazione e programmazione degli investimenti capaci di individuare le reali priorità e velocizzare contemporaneamente procedure ed interventi, e – dall’altra parte – dall’attuazione di alcuni provvedimenti di sostegno e di incentivo (ferrobonus e marebonus, sconto pedaggio etc.). Un processo che va – sinteticamente – sotto il nome di “cura del ferro”, grazie anche al fatto che uno dei principali protagonisti di questa politica – il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che anche quest’anno non farà mancare il suo intervento al Forum – ne ha fatto il suo item di riferimento, sottolineandone anche il potenziale comunicativo dello slogan.

Qual è il contesto in cui si inserisce l’edizione 2017 del Forum di Pietrarsa? Traiamo i dati dalla “Nota congiunturale” di Confetra (Confederazione generale italiana dei Trasporti e della Logistica), che fornisce l’analisi più accurata sull’andamento dei fenomeni nei settori del trasporto merci e della logistica. Confetra stima, per l’intero anno 2016, un incremento del traffico merci per ferrovia (in termini di treni-km) pari al + 4,1 per cento, un dato che in sé può apparire scarsamente significativo, ma che – per il settore – rappresenta un’autentica inversione di tendenza rispetto al passato. Nel primo semestre del 2017 – sempre secondo i dati della Nota congiunturale di Confetra – il trasporto ferroviario merci ha avuto un aumento dell’1,7%, ma si tratta di un incremento comunque positivo, perché nel frattempo (sono gli scherzi delle statistiche percentuali) la base di partenza si è alzata e l’asticella – quindi – si è spostata un po’ più in alto.

Al di là dei numeri e delle percentuali, però, il dato più significativo di questi ultimi tempi è che il settore ha riacquistato fiducia, crede nella possibilità di una svolta e di uno sviluppo autentico, ed in qualche maniera ne è una dimostrazione anche l’interesse che ha circondato e circonda questo Forum di Pietrarsa, che quest’anno ha fatto registrare un ulteriore boom di partecipazioni.

La fiducia poggia non solo sui dati di traffico, ma anche sul fatto che il settore ha ripreso ad investire: per rimanere  solo al settore ferroviario, sono ripartiti gli ordini delle locomotive e sono ripartite soprattutto le assunzioni di macchinisti, corteggiati ormai più dei piloti di aereo. Solo Interporto Servizi Cargo, l’impresa campana che si appresta a portare a compimento l’ennesima sfida di un innovatore come Giuseppe Sciarrone portando i treni merci sui binari delle rete Alta Velocità/Alta Capacità, ha in programma l’assunzione di 60 nuovi macchinisti (che hanno bisogno di una formazione speciale per la guida AV) e l’acquisto di nuove locomotive e carri che hanno le caratteristiche adatte per viaggiare su quei binari, un dato che da solo dice la dimensione dell’investimento. Non mancano poi altre nuove iniziative, con investimenti coraggiosi: Ferrovie Nord Milano, ad esempio, lancia LocoItalia, cioè la prima ROSCO (Rolling Stock Company) in Italia dedicata al fleet management, in pratica l’acquisto di una flotta di locomotive che poi vengono concesse in noleggio alle imprese ferroviarie, una piccola rivoluzione nel settore.

Ma non c’è solo il ferroviario: nel settore marittimo, la riforma dei porti ha ridato slancio ai traffici (Trieste, Genova, La Spezia inseguono record su record, e Trieste – in particolare – sta sviluppando il trasporto ferroviario con crescite a due cifre), ma ha ridato soprattutto slancio agli investimenti. A pochi chilometri da Pietrarsa, nel porto di Napoli hanno preso il via i dragaggi per l’adeguamento dei fondali delle banchine, una di quelle opere di cui sempre si parla ma che raramente prendono il via; e così in altri porti, a partire da Livorno, dalla stessa Trieste, da Savona Vado e via dicendo. I porti meridionali, compreso il porto di Napoli, si preparano a lanciare la scommessa delle ZES, le Zone Economiche Speciali, con una serie di agevolazioni fiscali e incentivi allo sviluppo dei traffici che costituiscono una sorta di “carta jolly”: come spiega il presidente dell’Adsp Mar Tirreno Centrale, Pietro Spirito, è una carta che va giocata con attenzione, non va sprecata l’occasione di costruire una prospettiva di crescita duratura e di funzionamento ottimale del sistema, anche dopo la fine delle agevolazioni.

Ovviamente tanto, tantissimo resta da fare. Uno dei compiti di Pietrarsa è proprio raccogliere la voce degli operatori per individuare le soluzioni alle problematiche più urgenti. Guido Gazzola è presidente di ASSOFERR, che è l’associazione degli operatori ferroviari e intermodali (in pratica le imprese e i detentori di carri ferroviari privati) e organizza Pietrarsa anche per richiamare l’attenzione su uno dei settori spesso dimenticati sia nelle analisi che nelle scelte politiche, cioè quello dei fattori della produzione, le gambe o gli strumenti su cui poi camminano i processi di trasporto delle merci. L’Unione Europea ha varato una severa politica di protezione ambientale con normative antirumore che stanno per essere applicate, con rapidità e anche con grandi investimenti, nella Svizzera (che non è un paese qualsiasi, ma il cuore nevralgico dei trasporti soprattutto merci), mentre l’Italia accusa i soliti ritardi nell’adeguarsi alla normativa e adottare gli opportuni rimedi. Mentre nasce la Rosco per le locomotive, un analogo processo (pur ipotizzato in una proposta di legge parlamentare e fortemente sponsorizzato dalla stessa ASSOFERR) per quanto riguarda i carri ferroviari non riesce a vedere la luce, così come provvedimenti per favorire la rottamazione di un parco carri in gran parte obsoleto e che – abbandonato a se stesso – costituisce un costo e una dispersione di patrimonio, anche di sede ferroviaria. La carne al fuoco sul tavolo del Forum di Pietrarsa, insomma, non manca e anche l’edizione di quest’anno costituirà un’utile occasione per misurare la “temperatura” e la capacità di sviluppo del settore.