Convegno Sistema Gomma: la due giorni dedicata alle innovazioni per migliorare prestazioni e efficienza del TPL

Ridurre i costi di manutenzione e di gestione delle flotte di autobus o mezzi a disposizione: è questo uno degli obiettivi principali su cui si concentra l’attenzione delle aziende di TPL. Durante il 2° Convegno sul Sistema Gomma nel trasporto passeggeri, organizzato sa Asstra, Anav e Aiit, in collaborazione con il MIT, tanti gli interventi che hanno illustrato le principali innovazioni, che consentono di migliorare l’efficienza dei processi, riducendo contemporaneamente i costi. Nella prima giornata di convengo, la Voith, azienda leader nel settore della tecnologia per i bus, ha presentato (attraverso la manager Vehicles Mariaelena Rinaldi) i sistemi per il monitoraggio on line dell’efficienza del trasporto pubblico di linea. Sofisticate apparecchiature di controllo registrano non solo l’andamento del bus, ma sviluppano la tecnologia per ottimizzare sia i consumi che la gestione complessiva del mezzo. Andrea Bottazzi, responsabile Manutenzione dell’azienda Tper di Bologna, ha spiegato come la grande trasformazione che, anche per ragioni ambientali, sta investendo il settore dei bus e dei mezzi TPL ha conseguenze anche sui processi di manutenzione, dove aumenta molto di più la funzione dei ricambi rispetto a quella della manutenzione pura e semplice dei mezzi: da un rapporto uno a uno, si è passati rapidamente a un rapporto aumentato del 30per cento dal lato dei ricavi, con tutte le conseguenze che ciò determina nella pianificazione strategica delle aziende, sia dal lato dei costi che della gestione del personale. Andrea Codecasa e Raymondo Girardi, di Fletboard, hanno esplorato tutte le potenzialità del controllo telematico dei processi relativi al parco mezzi in dotazione alle aziende: un esame capillare di tutte le funzioni che registra consumi, diseconomie, inefficienze e effettua una costante diagnostica dell’andamento del mezzo. Un “grande fratello” tecnologico applicato ai bus che quotidianamente corrono sulle nostre strade. numero 54 – 11 Maggio 2016 3 Metano, biogas, idrogeno, full elettrico o ibrido, diesel di ultima generazione (euro 6) e altre soluzioni ancora. L’innovazione e la tecnologia oggi offrono un ampio ventaglio di soluzioni per garantire la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica nel settore dei trasporti. Su questi temi si è sviluppato il confronto durante la seconda giornata del convegno Sistema Gomma. Il confronto tra la realtà presente, le difficoltà non solo economiche ma anche di ritardi burocratici e mancato adeguamento delle norme, e le grandi prospettive che – dal punto di vista ambientale e dell’efficienza energetica – oggi offre la produzione del settore è stato analizzato nelle relazioni e negli interventi che hanno animato il dibattito, e che ha visto la partecipazione di rappresentanti dei ministeri dei Trasporti, dell’Ambiente, di istituti come l’Enea o l’AIIT e l’ordine degli ingegneri della provincia di Roma. L’Italia ha il paco mezzi più vecchio d’Europa e anche il più inquinante, considerato che il 33 per cento dei mezzi in circolazione è classificato al di sotto della categoria Euro 3, cioè tra le più inquinanti; si calcola che il nostro Paese abbia bisogno di rinnovare il proprio parco con 40 mila nuovi mezzi per un investimento totale superiore ai 7 miliardi di euro. Al di là della necessità di contrastare l’inquinamento ambientale, il convegno ha però mostrato che investire in nuovi mezzi ha anche una convenienza economica: 560 milioni di euro è il costo, infatti, dell’inefficienza energetica calcolato secondo i criteri di mancato adeguamento agli obiettivi richiesti dagli accordi internazionali che si sono succeduti in materia climatica. Investendo in nuovi mezzi, il nostro Paese riceverebbe un vantaggio non solo in termini ambientali, ma anche in termini puramente economici: aumenterebbe – infatti – l’efficienza dei mezzi, diminuirebbero i consumi, diminuirebbero le spese di manutenzione e molte altre voci correlate. Il dibattito ha suggerito che, paradossalmente, il ritardo accumulato dal nostro Paese soprattutto in questi ultimi anni potrebbe trasformarsi addirittura in un vantaggio: la ricerca sta via via rendendo competitivi anche i costi di nuovi mezzi superecologici alimentati a gas metano, a biogas,full elettrici o ibridi con alimentazione elettrica e a batteria. Tutte soluzioni che – secondo gli esperti – sono già competitive con gli autobus a trazione diesel di ultima generazione (gli Euro 6), che comunque presentano livelli di inquinamento quattrocento volte inferiori rispetto ad un antiquato bus Euro 0. Tutti i paesi europei stanno procedendo a imporre severi limiti all’inquinamento soprattutto in ambito urbano: a Parigi anche gli autobus che effettuano servizi extraurbani sono obbligati a convertirsi a una modalità di alimentazione ecosostenibile per poter circolare all’interno dell’area metropolitana. L’Italia è l’unico paese che finora non è riuscita a realizzare una programmazione per investimenti nel rinnovo del parco rotabile, ma una svolta in questa direzione è diventata sempre più indispensabile. Nel dibattito sono emersi anche i ritardi accumulati sul piano normativo e di adeguamento delle procedure burocratiche: ad esempio, mentre in tutta Europa il limite di lunghezza dei filobus è di 18 metri e 75 centimetri, in Italia il codice della strada impone un limite di 18 metri: per 75 centimetri, il comune di Parma (che ha acquistato al miglior prezzo filobus con standard europeo) è costretto a chiedere al Ministero dei Trasporti una speciale deroga per poter far circolare i propri mezzi. E molti altri esempi di discordanze o irrazionalità tra la normativa italiana e quella europea (che equivale allo standard dei paesi più avanzati sul piano della mobilità sia in ambito urbano che extraurbano) sono state messe in luce dai partecipanti al convegno, con l’auspicio che il nostro Paese sia capace di superare alcuni ritardi soprattutto con una maggiore velocità del processo legislativo.