Bologna, 18 OTT – Aperta la prima parte della nuova stazione Bologna Centrale Alta Velocità, con quattro nuovi binari sotterranei per i treni AV che “libereranno spazio in superficie a favore del traffico pendolare”.
Lo dice subito, in apertura di cerimonia, Mauro Moretti che risponde alle contestazioni, assai modeste, organizzate dai locali aderenti ai comitati No Tav.
“I nuovi binari sotterranei destinati ai treni veloci consentiranno infatti di risolvere l’ingorgo con i servizi regionali” che in un nodo importante come quello di Bologna non potevano avere il giusto sviluppo.
“Per questo progetto hanno lavorato mediamente circa 500 persone – ha aggiunto Moretti – e ne lavoreranno almeno altre 300, perché si tratta di una nuova grande fabbrica a servizio di tutto il territorio. La nuova stazione sarà un punto di riferimento non solo per Bologna ma per il Paese, un assist fondamentale – ha spiegato – perché il Paese possa competere con armi nuove nel mondo”. E ricordando Lucio Dalla. La cui musica di “Piazza grande” ha accompagnato come sottofondo l’intera cerimonia sotterranea dice ancora “questa stazione è e rimarrà per sempre patrimonio della città. Dalla cercava una ‘piazza grande’ e credo che questa possa essere ‘una sua piazza grande’.
Spero – ha concluso l’Ad – che nella hall sotterranea si possano fare concerti e iniziative culturali per Bologna e non solo”.
Vasco Errani, presidente della Regione, parla di una “giornata storica” e dice a proposito di Bologna, da oggi finalmente dotata di una stazione sotterranea dell’Alta velocità: “questo è lo snodo più importante d’Italia”, per quanto riguarda i treni una “delle realtà meglio infrastrutturate e più avanzate d’Europa”. E “questo ci deve far essere più attrattivi e diventare un riferimento in Italia e in Europa”. Rivendica il fatto che sia stato portato a termine da una generazione politica del Pd bolognese ed emiliano
“Qui dietro – fa notare Errani – ci sono i protagonisti, Prodi, Bersani, le amministrazioni locali e le Ferrovie, di un’impresa grande e in Italia fare le imprese grandi è sempre molto difficile. Qui abbiamo segnato un livello di collaborazione tra le Istituzioni e le Ferrovie dello Stato che credo possa essere un riferimento, un esempio di come si possono fare le cose”.
Quando parti’ l’Alta velocità, ricorda Errani, “arrivò in questa regione un progetto che era tutto da rifare. Non teneva conto delle realtà territoriali. Abbiamo rifatto il progetto insieme”, un progetto che ora “cambia la geografia economica non solo di questa regione ma del centronord”. Rimane però molto da fare secondo Errani sul fronte dei pendolari: manca a suo avviso un sistema di trasporto nazionale all’altezza e servono le “risorse necessarie”. “Finché non avremo raggiunto questo obiettivo continueremo a lavorare per fare quel salto di qualità che il nostro paese merita”