Tra meno di un mese saranno pubblicate, a cura di Club Italia con il patrocinio di Asstra, Anav e TTS Italia e la collaborazione di Ferpress, il volume contenente le linee guida per l’uso delle carte bancarie nella bigliettazione elettronica del trasporto collettivo. Era ora. Troppo tempo è passato da quando il Governo annunciò la decisione di “dematerializzare il biglietto del trasporto pubblico. Da allora, era il 27 gennaio 2012, molta acqua è passata sotto i ponti, e molti, troppi biglietti di carta sono stati vidimati dalle vecchie obliteratrici. Mettere la gente in condizione di salire sull’autobus e pagare il biglietto appoggiando la propria carta di credito o bancomat ad un lettore è forse la svolta. Niente di nuovo sotto il sole: a Londra è diventato lo standard che rischia di soppiantare la mitica Oyster Card. Non esistono due città italiane che abbiano lo stesso sistema di bigliettazione e di pagamento sul Tpl. E’ il federalismo del ticketing, un fenomeno in gran parte italiano. Da qualche parte si paga con un SMS, in altre città (Roma e Milano) il biglietto è sempre lo stesso di carta con una banda magnetica. C’è chi ha adottato il QR code, chi si è affidato a multipiattaforme come MyCicero con le quali si possono pagare biglietti TPL e ferroviari ma anche il parcheggio. Qualche azienda (ci viene in mente la Tper emiliana, ha avviato la validazione obbligatoria anche per gli abbonamenti mentre a Cagliari la validazione obbligatoria con il sistema Busfinder è collegata ad un concorso a premi. In Piemonte hanno fatto cose egregie, in Veneto altrettanto. Tutti si danno da fare. Nella migliore tradizione italiana, la fantasia imprenditoriale ha saputo dare il meglio di sé anche se, va detto, una grande parte di utenti del TPL ancora restano legati al tradizionale biglietto di carta e della striscia magnetica sul retro del “titolo di viaggio” non se ne sanno nulla. Roma Capitale, dove trovare i biglietti di carta è sempre molto difficile, si barcamena tra futuro e Medioevo. L’abbonamento integrato regionale, per l’incomunicabilità dei sistemi di Atac, Cotral e Trenitalia, deve ancora essere accompagnato dalla ricevuta cartacea del pagamento (ma attenzione, fotocopiate la carta chimica che si scolora!) e nelle ricevitorie Sisal, così dicono i tabaccai, l’abbonamento dal primo giugno si può pagare solo in contanti. E forse la difficoltà nel comperare il biglietto, accompagnata dalla sacrosanta lotta all’evasione, ha spinto un paio di candidati sindaco a proporre di rimettere il bigliettaio sugli autobus (del costo di un’operazione antistorica come questa le candidate Raggi e Meloni non se ne sono occupate). Ci sono i sistemi alternativi al biglietto di carta, ma la locale azienda sembra non farci grande affidamento. Macchia di leopardo: questa la situazione italiana che vede operatori ed aziende tecnologiche proporre le soluzioni più avanzate senza guida pubblica e questo, se da una parte favorisce la sana concorrenza, dall’altra non è di grande aiuto agli utenti molti dei quali, appena possono e facendo orecchie da mercante, evitano di pagare il biglietto. Le Linee Guida arrivano al momento giusto: un metodo nuovo di lavorare per evitare di perdersi in mille rivoli tecnologici senza nulla togliere alla competizione e con l’occhio puntato ai bisogni della clientela.